Un po’ di botanica

 

 

In Italia lo chiamiamo “Glicine” ma il suo nome è Wisteria

Il genere wisteria, che annovera alcune delle piante ornamentali più diffuse, note prevalentemente con il nome comune di glicine, appartiene alla famiglia delle Fabaceae, della quale fanno parte dalle cinque alle sette specie di arbusti rampicanti, che si avvolgono a spirale su un supporto, sovente sui muri e sulle cancellate di ville e giardini, e possono raggiungere anche quindici-venti metri di altezza per una estensione di oltre dieci. La dizione più comunemente usata in Italia per questa pianta, cioè appunto glicine, è tecnicamente un errore, perché l’ultima revisione tassonomica del XIX Secolo ha separato il genere wisteria da quello del glicine cui appartengono piante, come la soia, che niente hanno a che fare con il “glicine” comunemente inteso.

Sui siti vivaistici si rileva che le piante di wisteria hanno foglie pennate composte da un numero dispari di foglioline ovato-ellittiche; i fiori, ermafroditi, raccolti in lunghi grappoli penduli, hanno forma papilionacea, con calice gamosepalo (cioè con sepali saldati) e con la corolla formata da cinque petali con forma diversa (due saldati formano la carena, il petalo libero più grande e rivolto verso l’alto costituisce il vessillo, i due petali liberi laterali costituiscono le ali). L’ovaio stipitato, che mostra tricomi, contiene da cinque a sedici ovuli. Il frutto è un baccello da lineare a oblanceolato, coriaceo, rigonfio ai semi. I semi, da uno a sei per baccello, sono a forma di rene o lenticolari, senza strofiolo.

 

Wisteria frutescens (dal negozio online flora2000.it)

Peraltro, i fiori del glicine sono commestibili (hanno un gusto dolciastro) e sono utilizzati per arricchire torte e insalate e per realizzare confetture e tisane. Energizzanti e tonici, questi fiori dagli straordinari colori, caratterizzati da una importante gamma cromatica che va dal bianco al violetto passando per il rosa e il blu ma soprattutto per il lilla (da cui il color glicine), occupano anche un posto importante nella farmacopea naturale: tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo sembra che il miele di glicine venisse utilizzato come rimedio emolliente contro la tosse secca e i fiori della pianta come impacco per lenire ferite e infiammazioni varie (soprattutto delle gengive), per contrastare lividi e vene varicose, per disinfettare la pelle, per alleviare i disturbi della tiroide e per migliorare il sonno (tuttavia va segnalato che la pianta, commestibile nei fiori, è tossica nei semi e nei baccelli a causa della wistarina, un glucoside che può causare vomito, dolori addominali e diarrea).

Wisteria sinensis (dal sito venditapianteonline.it)

Nel corso dei secoli, peraltro, la wisteria è stata soggetta a innesti e a trattamenti che hanno dato luogo a nuove specie e/o sottospecie, non tutte note e catalogate. Le specie “storiche” sono comunque la wisteria frutescens, americana (più piccola, meno profumata e meno colorata delle “parenti” asiatiche), la wisteria sinensis, cinese come dice il nome, insieme alla sua sottospecie bianca “alba”; cinesi sono anche la wisteria brevidentata e la wisteria villosa. Sono invece giapponesi la wisteria floribunda (caratterizzata da grappoli enormi, fino a un metro di lunghezza; anche lei ha una sottospecie bianca “alba”) e la wisteria brachybotris (anche ma non solo bianca), nelle sottospecie wisteria venusta Iko Yama Fuji e Shiro Kaptain Fuji. Si discute se possa essere catalogata fra i “glicini” (in tempo lo era, oggi non più) la cosiddetta wisteria taiwanensis, o glicine rosso (millettia satsuma), dal forte color rosso scuro violaceo dei fiori. Abbiamo anche un piccolo enigma: la wisteria appartiene alle piante volubili (cioè, è una pianta che naturalmente tende ad avvolgersi su un sostegno); le specie americane e cinesi si avvolgono in senso antiorario, le giapponesi in senso orario. A lungo questa particolarità della wisteria giapponese è parsa un mistero della natura. Infatti, per effetto della rotazione terrestre i liquidi “ruotano” in senso antiorario nell’emisfero nord, in senso opposto in quello australe.

Wisteria floribunda (dal sito giardinaggio.net)

È l’effetto che chiunque può constatare riempiendo con acqua una vasca e togliendo il tappo; nell’emisfero nord l’acqua defluirà “ruotando” da sinistra verso destra, cioè in senso antiorario; al sud accadrà il contrario. Come mai allora le wisteria giapponesi, che si trovano più o meno alla stessa latitudine della Cina, “ruotano” in senso opposto? Pare che la spiegazione di questa apparente stranezza risieda nel fatto che il Giappone (come l’India) in origine si trovasse nell’emisfero sud e che, per effetto dello scorrimento delle placche continentali, millimetro dopo millimetro si sia avvicinato al continente asiatico. In questa trasmigrazione, durata millenni, il dna di molte specie vegetali ha conservato la memoria dei suoi movimenti originari.