La storia del glicine

 

 

Il fascino del Zi Teng (Vite blu)

In una magnifica notte del maggio 1816, sotto il cielo di Canton, il capitano inglese Robert Welbank (17 gennaio 1778 – 10 luglio 1857) si trova a cena presso l’abitazione di un ricco commerciante locale, conosciuto con il nome “occidentale” di Mr. Canseco. La cena si svolge sotto un magnifico pergolato di glicine appena fiorito, una magnificenza che l’europeo non ha mai visto in vita sua! Welbank scopre che i cinesi chiamano la pianta Zi Teng, “vite blu”. E così, il militare se ne procura due talee e nel suo viaggio di ritorno le porta con sé in Inghilterra. Incomincia in questo modo la storia del glicine in Europa, come assai a lungo l’hanno raccontata giornali e riviste specializzati. Ma è andata proprio così?
Da circa due decenni le ricerche di archivio hanno restituito la verità storica dell’episodio, che è simile ma non proprio identico a quello appena riferito. E che, comunque, contiene elementi, personaggi e situazioni davvero interessanti così che, a mio avviso, merita davvero di essere raccontato nei dettagli. In modo particolare hanno contribuito a fare luce il botanico e docente universitario James Compton, e il giornalista e ricercatore Maurice Thomas. Compton, botanico e professore di Scienze vegetali dell’Università di Reading, è autore, insieme al collega Chris Lane, ex presidente della International Plant Propagators Society, del libro Wisteria: The complete guide (maggio 2019), una specie di “Bibbia” sui glicini; mentre Thomas ha effettuato un approfondito lavoro di archivio pubblicato alla voce “Grove Hill” nel libro The Grove, A Nature Odyssey in 19 1⁄2 Front Gardens, di Ben Dark (2022).
E così, grazie alle loro ricerche, sappiamo che cosa accadde a cavallo fra il 1815 e il 1816, lungo la trafficatissima rotta fra le Indie orientali e l’Inghilterra, lungo la quale transitavano le merci asiatiche dirette verso Londra; straordinarie meraviglie della natura, manufatti in legno e ceramica, stoffe, piante e spezie, animali. Era il momento più sfolgorante della gloria di Sua Maestà Britannica.
La storia parte da John Reeves (1 maggio 1774 – 22 marzo 1856), un importante naturalista inglese che fu anche artista, pittore, disegnatore e collezionista di arte naturale. Reeves entra nel 1808 nell’ufficio dell’Ispettore del tè della Compagnia delle Indie Orientali (EIC), si reca in Cina nel 1812 come assistente e successivamente diviene Ispettore capo del tè nello stabilimento dell’EIC a Canton (in cinese: Guangdong o anche Guangzhou). Questo Reeves non ha avuto le fortune che avrebbe meritato, anche perché durante il suo lungo soggiorno in Cina (19 anni) ha scritto pochissimi resoconti, diari o repertori, a differenza degli altri viaggiatori scientifici del tempo. Tuttavia, quando tornò in Inghilterra, nel 1831, portò con sé un gran numero di esemplari di storia naturale (incluso il famoso fagiano di Reeves) e altre curiosità.

La sua ricchissima collezione di disegni di storia naturale, ritratti vegetali accurati e riccamente colorati di piante allora sconosciute in Occidente coltivate nel diciannovesimo secolo a Canton e Macao, venne poi depositata presso il Natural History Museum di Londra e soprattutto presso la Lindley Library della Royal Horticultural Society a Vincent Square, Londra, intitolata appunto a John Lindley (Old Catton, 8 febbraio 1799 – Turnham Green, 1° novembre 1865), famoso botanico inglese.

Sir Joseph Banks

Nell’imminenza della sua partenza per la Cina, Reeves era stato presentato al presidente della Royal Society, Sir Joseph Banks, il quale lo aveva incaricato di ricercare informazioni botaniche e di storia naturale e di raccogliere esemplari, soprattutto piante. Anche questo Joseph Banks (Londra, 13 febbraio 1743 – 19 giugno 1820), naturalista e botanico inglese, merita un approfondimento; e lo vedremo nella pagina successiva.